Venezia.
Il caldo afoso, le zanzare (tante), le sirene dei traghetti e quel suono a me così caro delle onde che si infrangono sulle gradinate del molo. L’odore della laguna che ti penetra le narici, il tonfo dei remi che fendono l’acqua, le perline di vetro sparse nel cortile dove abitava mia nonna. In quella casa sull’isola di Sant’Erasmo dove trascorrevo le mie estati da bambina, oggi sorge l’Orto di Venezia una tra le pochissime cantine in cui si produce vino in città.
Passano gli anni e Venezia conserva intatto il suo fascino, così intima e misteriosa, vivace e frenetica, magnetica e intrigante. Un labirinto di vicoli stretti e intricati dove perdersi per scoprire sempre qualcosa di nuovo. Che sia un bacaro o una bottega artigiana, una cripta sommersa o un affresco sbiadito, una facciata straripante di pàtere per allontanare gli influssi maligni.
Basta solo svoltare il prossimo angolo.
Ecco perchè amo Venezia, un po’ meno il susseguirsi incessante di ponti che a fine giornata mette le gambe a dura prova!
Partiamo allora dal Ponte degli Scalzi direzione sestiere Dorsoduro. Proseguiamo quindi verso Castello per terminare a Cannaregio.
Lo squero di San Trovaso
“Barca xe casa”.
La barca è casa e non potrebbe essere diversamente a Venezia. Da sempre simbolo di questa città, le imbarcazioni sanciscono il suo indissolubile legame con l’acqua, così come lo squero, ovvero il tipico cantiere dove un tempo venivano costruite, riparate e custodite.
Il termine squero deriva dalla parola dialettale squara (squadra) lo strumento utilizzato in questo antico mestiere. Secondo altre fonti però potrebbe risalire anche dal greco eschárion, ovvero cantiere.
Oggi ne sopravvivono solo sei, cinque per la precisione visto che lo squero Bonaldo ha perso completamente la sua funzione originaria. Uno di questi si trova a Dorsoduro ed è lo Squero di San Trovaso che conserva intatto tutto il suo fascino originale.
Impossibile non notarlo!
La costruzione prevalentemente in legno scuro ricorda un tipico paesaggio alpino, differenziandosi molto dai classici edifici veneziani. Le antiche famiglie di squeraroli provenivano infatti dal Cadore e dalla Val Zoldana, Belluno la mia città natale! Questi grandi maestri d’ascia, oltre alla loro bravura, portarono in laguna anche lo stile tipico delle abitazioni di montagna creando così un luogo decisamente insolito e curioso.
È possibile visitarlo e immergersi negli odori e nella storia di questo antico mestiere o semplicemente fotografarlo dalla sponda opposta, magari gustando qualche cicchetto e un bicchiere di vino all’Osteria Al Squero.
La Porta Blu
Sarà per quel tono di blu leggermente sbiadito dallo scorrere degli anni, o per la sua forma gotica che si ripete anche sulla finestra sovrastante. Trovarla non è semplice. Dovrai uscire dai classici percorsi turistici lungo Calle Ruga Giuffa e svoltare in Calle de Mezo.
Alla fine di un vicolo alto e stretto, apparentemente senza uscita, troverai la porta blu.
Da lì potrai continuare a sinistra attraverso un sotopòrtego verso la più famosa Libreria Acqua Alta e Palazzo Tetta, uno dei pochi edifici a Venezia con tre lati che si affacciano sull’acqua.
Nulla di famoso o misterioso è legato a questa porta che però, proprio per la sua insolita collocazione, ricorda un po’ il mondo di Harry Potter tra incantesimi e passaggi segreti. Un buon pretesto per vivere una Venezia meno frenetica e più silenziosa, tra calli e campielli custodi di altrettanti meravigliosi tesori e leggende.
Il Ponte Chiodo
Di pietra e senza protezioni laterali: così venivano originariamente costruiti i ponti a Venezia. Una soluzione decisamente poco sicura per i passanti ma che agevolava il trasporto delle merci, soprattutto se di grandi dimensioni.
A partire dall’ ‘800 però vennero tutti dotati di parapetti, detti anche “bande” o “spallette”.
Tutti, tranne due. Uno di questi è il Ponte del Diavolo sull’isola di Torcello, risalente al XV secolo, l’altro è il Ponte Chiodo nel Sestiere di Cannaregio a Venezia.
Fuori dalle rotte turistiche, questo ponte deve il suo nome alla nobile famiglia Chiodo che un tempo lo possedeva. Per trovarlo dovrai però aguzzare la vista perchè difficilmente lo attraverserai. Potrai salirci ma non ti condurrà da nessuna parte. Trattandosi infatti di un ponte privato non prosegue lungo la pubblica via e, proprio per questo motivo, non si è dovuto adeguare alle nuove disposizioni dotandosi di parapetti.
Si è sempre dato per scontato che Venezia è la città ideale per una luna di miele, ma è un grave errore. Vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro.
Peggy Guggenheim
DOVE MANGIARE
Vegan
Da Mario alla Fava
La tecia vegana
Libreria & Bistrot
Sullaluna – Uno spazio indipendente dove sfogliare e acquistare albi illustrati e graphic novel, gustando qualche piatto sfizioso o dolce bio.
Bacari & cantine
Al Squero
Paradiso Perduto
Do Spade
TRASPORTI
La Gondola low cost, ovvero i traghetti da parada
Simili alle gondole, queste imbarcazioni servono per trasportare la gente da una parte all’altra del canale in quelle zone sprovviste di ponti pedonali. Al costo di 2 euro (0,70 € per i residenti) potrai attraversare il Canal Grande. Un giro low cost, un po’ meno romantico ma pur sempre affascinante!
Tariffe, orari, attracchi: Comune di Venezia