Sono trascorsi già due anni dal nostro viaggio in Thailandia.
Ho atteso un bel po’ prima di pubblicare questo post. Un post diverso dal solito dove non troverai informazioni particolari su come raggiungere mete più o meno turistiche o ristoranti prelibati. Un post dove voglio condividere lo stupore, le incertezze e la spiritualità che in pochi giorni questo paese meraviglioso è riuscito a trasmettermi. Un bagaglio culturale ma soprattutto emozionale intenso e indelebile.
La verità è che quando viaggio mi piace perdermi tra i profumi, i colori e la gente del posto.
“Girare sempre l’angolo” potrebbe essere il mio motto, per guardare le cose da una prospettiva diversa e trovare, chissà, quello scatto o particolare che è passato inosservato.
Anche nei viaggi di gruppo tendo a defilarmi per cercare di assaporare in solitudine l’atmosfera del luogo e riempirmi il cuore di emozioni.
La Thailandia è una terra che sa trasmettere grandi emozioni, almeno così è stato per me. E lo fa tutt’ora ogni volta che pronuncio il suo nome mentre i miei occhi si velano di tristezza e commozione.
Sono molte le cose che mi hanno colpita, nel bene e nel male.
Ricordo ancora l’umidità terribile che ci avvolti non appena si sono spalancate le porte dell’aeroporto. “Morirò disidrata” fu il mio primo pensiero. È stato allora che ho scoperto che anche le chiappe piangono. Proprio così, perché mentre camminavo per le strade di Bangkok sotto un sole cocente, gocce di sudore si riversavano – come un fiume in piena – sulle gambe, ormai distrutte dalla stanchezza. Agosto è decisamente un mese impegnativo per visitarla!
Cavi elettrici ammassati, case diroccate lungo i corsi d’acqua che quando le guardi ti chiedi come possano restare ancora in piedi, odori acri. Ma tanti sorrisi. Perché accanto a quei grattacieli e hotel di lusso trovi persone che vivono con poco o nulla e, nonostante ciò, sui loro volti è impressa la più grande ricchezza che si possa avere e insegnare: il sorriso.
Questa è forse la cosa che più mi ha toccata. Come si può essere felici vivendo in quelle condizioni? Saranno sorrisi falsi? Non credo, o almeno non ho avuto quella sensazione. Non riuscirei a vivere così, lo ammetto. Invidio molto la “leggerezza” o meglio quel misto di spensieratezza-accettazione tipico di questo popolo, che non vuol dire arrendevolezza o debolezza, ma un contatto più vero e sentito con quei valori che troppo spesso dimentichiamo.
Una terra di contrasti,
basti pensare alle donne giraffe o ai diversi Elephant Camp dove gli elefanti sono costretti ad esibirsi in spettacoli degradanti durante i quali, con un pennello nella proboscide, dipingono se stessi liberi nella natura. Se hai in programma di visitare questo Paese, scegli con attenzione campi etici e cruelty free e, se opti per viaggi organizzati, segnalalo ai tour operator al tuo rientro per non alimentare questo genere di mercato che non offre esperienze autentiche e formative.
E poi ci sono loro, i monaci buddisti nelle loro sgargianti vesti arancioni, così mistici e spirituali fino a quando non li vedi fotografare statue del Buddha con i loro smartphone o dare una rapida sbirciata a qualche social network. Un mondo lontano ma per certi versi non così diverso dal nostro, o almeno non più. La tecnologia, si sa, accorcia le distanze anche quelle più trascendentali.
Ma Thailandia vuol dire anche templi meravigliosi e siti archeologici di grande rilievo, come quelli di Ayutthaya o il parco storico di Sukhothai. Suggestivi ponti sospesi lungo il fiume Yom nei pressi di uno dei templi più antichi di Si Satchanalai nell’area di Chaliang, il Wat Phra Sri Rattana Mahathat. E ovviamente viste meravigliose su distese di un colore verde smeraldo da lasciare quasi senza fiato, come quella che si può godere a Chiang Mai dall’alto del Wat Phrathat Doi Suthep. Porta con te un golfino perchè, a differenza del resto del Paese, qui si respira una piacevole brezza fresca! Al tramonto potrai assistere ai canti serali dei monaci buddhisti, un’atmosfera senza dubbio mistica e coinvolgente, spezzata ahimè dai continui flash e click delle macchine fotografiche che fanno da sottofondo alle preghiere. In certi luoghi ci vorrebbe un po’ più di buon senso.
I ricordi rivivono in noi anche senza bisogno di documentarli minuto per minuto.
Pensavo fosse… e invece…
A Chiang Rai troverai due templi dove il sacro si mescola al profano. Opere eccentriche di due artisti Thai dove gli insegnamenti buddhisti sono rivisitati in chiave moderna fino a mescolarsi a bizzarri murales raffiguranti personaggi di film e cartoon, da Matrix a Doraemon.
Sto parlando del Wat Rong Khun, meglio noto come Tempio Bianco. I lavori di costruzione sono iniziati nel 1997 ma non è ancora chiara la loro data di completamento, prevista indicativamente per il 2070. L’unicità di questo tempio è dovuta al suo colore bianco (simbolo di purezza del Buddha) e agli specchietti (simbolo di saggezza) presenti nell’intonaco che lo rendono scintillante.
Personalmente ho apprezzato di più la Casa Nera (o Baan Dam Museum): in parte studio d’arte, abitazione e museo, questo complesso conta una quarantina di edifici di varie dimensioni disposte all’interno di un ampio parco. L’atmosfera è decisamente più cupa, a tratti anche macabra, surreale ed elegante al tempo stesso con i tetti spioventi in legno teak e le colonne finemente intagliate.
Ripartirei per la Thailandia immediatamente e ci tornerò sicuramente.
Perchè il caldo soffocante, l’umidità eccessiva, i chilometri percorsi e le poche ore di sonno sono solo ricordi quasi svaniti o comunque così irrilevanti se paragonati alla ricchezza interiore e alla sensazione di pace che mi ha donato questo Paese.
E poichè sono una persona estremamente ansiosa ho bisogno della Thailandia, dei suoi rintocchi, dei suoi canti, dei monaci, delle chips croccanti di banana, del Pad Thai, degli elefanti.
Sì, per me esiste anche il mal d’Asia.
Per informazioni più dettagliate puoi visitare il sito ufficiale della Thailandia: http://www.turismothailandese.it/it
Se invece vuoi cimentarti con qualche ricetta Thai (e vedere anche altre foto):
Noodles di riso con verdure
Banane in latte di cocco