Risale al 1902 e si svolse proprio a Torino: fu la “Prima esposizione internazionale d’arte decorativa moderna” inaugurata presso il Parco del Valentino nonché punto d’inizio della diffusione dello stile Liberty in Italia.
Torino conserva ancora oggi tutta la bellezza e il fascino della Belle Époque e lo si coglie facilmente camminando per le vie del centro. Le facciate degli edifici sono un trionfo di decori ispirati al mondo vegetale e floreale, linee dolci e sinuose si intrecciano armoniosamente abbellendo le insegne dei numerosi caffè e negozi che sfoggiano con orgoglio tutto il fascino e la ricchezza di quel periodo.
Un tripudio di eleganza e raffinatezza che ti trasporta immediatamente oltre confine, tra i Bistrot parigini e gli artisti di Montmartre.
Il viaggio nella Torino Liberty inizia nel quartiere Cit Turin (“Piccola Torino”), percorrendo Corso Francia dove si incontrano due capolavori di questo movimento.
Torino Liberty
Casa Fenoglio – La Fleur
Via Principi d’Acaja, 11 – Torino
Progettata dall’ingegner Pietro Fenoglio e successivamente acquistata dall’imprenditore francese La Fleur, questa casa rispetta fedelmente i dettami dello stile liberty belga e francesce, dai fregi floreali della facciata, ai balconi in ferro battuto fino alla splendida vetrata policroma.
Anche se non è possibile visitare l’abitazione al suo interno, vale comunque la pena ammirarla esternamente!
Casa dei Draghi
Corso Francia, 23 – Torino
Il Palazzo della Vittoria, noto anche come Casa Carrera o Casa dei Draghi, fu commissionato da Giovanbattista Carrera per celebrare la vittoria della primo conflitto mondiale, da qui il nome “Casa della Vittoria”.
Il palazzo è un mix perfetto tra stile neogotico e liberty.
Impossibile non notare le bellissime decorazioni allegoriche e zoomorfe poste lungo il portone d’ingresso. Dalle maniglie raffiguranti due enormi lucertole ai due grandi draghi alati, simbolo di forza e potenza dell’Italia post guerra, la cui presenza gli ha valso il nome di “Casa dei draghi”.
Le testimonianze dello stile Liberty nel capoluogo piemontese sono davvero tantissime.
Potrei citare ancora Casa Tasca, Casa Florio, Casa Macciotta, Villino Raby, Palazzo Bellia e Palazzo Ceriana Mayneri. Sulla collina torinese c’è anche Villa Scott (Corso Giovanni Lanza, 57) scelta da Dario Argento per girare alcune scene del film Profondo Rosso.
Portone del Melograno
Via Argentero, 4 – Torino
In zona San Salvario, in una via un po’ defilata, potrai scorgere un magnifico portone in ferro battuto con scolpiti due alberi di melograno adornati da foglie verdi e frutti rossi, inseriti in una cornice a coda di pavone.
Come per la maggior parte degli edifici liberty della città, anche questo portone è opera di Pietro Fenoglio che lo progettò nel 1907.
Torino insolita
Se lo style Liberty è una costante di molti edifici, più moderni ed eclettici appaiono invece il Condominio 25 Verde, il Palazzo delle Ombre, Casa Scaccabarozzi e il Palazzo col piercing.
Condominio 25 verde
Via Gabriele Chiabrera, 25 – Torino
La “casa-foresta” è un edificio residenziale progettato da Luciano Pia, una sorta di bosco verticale e primo esperimento di bioarchitettura ecosostenibile a Torino.
L’edificio ha strutture in acciaio come alberi di una foresta, piante che immergono le loro radici in terrazzi dai profili irregolari, specchi d’acqua attraversati da passerelle. E sui tetti, rigogliosi giardini. L’intera costruzione è concepita come una sorta di foresta abitabile, una casa sugli alberi come quella che tutti i bambini sognano e, talvolta, costruiscono.
Luciano pia
La caratteristica di questo edificio sta nella sua irregolarità. Non c’è nulla di identico e ogni ambiente è unico nel suo genere, proprio come in natura. Un edificio speciale che muta a seconda delle stagioni, grazie alla scelta della vegetazione fatta per assicurare una varietà di fogliame, fioritura e colore durante tutto l’anno.
Palazzo delle ombre
Piazzetta Andrea Viglongo – Torino
Waves of wanting (onde fluttuanti) è un’installazione realizzata dall’artista newyorkese Nancy Dwyer. La parola “più” è incisa in cinque lingue e disposta su sei lastre ondulate di alluminio che creano sulla parete dell’edificio un gioco d’ombre più o meno visibile, a seconda dell’ora e della posizione del sole.
Fetta di Polenta
Via Giulia di Barolo, 9 (angolo Corso San Maurizio) – Torino
A pochi passi dalla Mole Antonelliana, si trova Casa Scarabozzi, meglio conosciuta come “Fetta di Polenta“. Progettata da Alessandro Antonelli (quello della Mole, appunto) deve il nome alla sua pianta a forma di trapezio. Basta spostarsi lungo via Giulia di Barolo per notare infatti la sua stramberia: uno dei lati misura appena 54 centimentri, una vera e propria fetta!
Purtroppo l’edificio è in fase di ristrutturazione e completamente impacchettato. Solo Christo potrebbe apprezzarlo in questo momento.
Palazzo col Piercing
Via Palazzo di Città, 19 – Torino
Sulla facciata di un edificio del ‘700 c’è l’installazione Baci Rubati creata dall’architetto Corrado Levi in collaborazione con Cliostraat.
Più nota come “Palazzo col piercing” l’opera rappresenta un piericing incastonato in un palazzo storico, a simboleggiare la modernità che si inserisce nella tradizione. Ai lati del piercing sgorgano delle gocce di sangue rosse e blu: rappresentano l’anima nobile e quella proletaria che da sempre coesistono in città.
Se invece vuoi scoprire il lato più oscuro e misterioso di Torino, allora ti consiglio di non perdere questo articolo: Cosa vedere a Torino: itinerari insoliti e misteriosi.